Vivendi nega ufficialmente ogni illecito Mediaset relativo a casi
Parigi–(Filo di lavoroNotizie normative:
Sulla scia delle indiscrezioni circolate stamattina sulla stampa italiana circa la conclusione delle indagini della Procura di Milano sul caso “Vivendi-Mediaset” (sollecitato da una denuncia della holding Fininvest al Sig. Silvio Berlusconi), Vivendi (Parigi: VIV) è rimasta scioccata dal fatto che il documento riservato Ha lo scopo di proteggere le persone sotto inchiesta.
La tempistica di questa fuga di notizie influisce in modo inappropriato sul corso delle controversie giudiziarie in corso tra privati e offusca l’immagine dei soggetti coinvolti, ai quali Vivendi continuerà a prestare il suo pieno sostegno.
I ricorrenti ipotizzano che nella seconda metà del 2016 Vivendi abbia informato il mercato con informazioni inesatte e non abbia divulgato alcune informazioni all’autorità italiana di regolamentazione dei valori mobiliari.
In merito a queste accuse, Vivendi afferma di aver acquisito la propria partecipazione in Mediaset in conformità a tutte le leggi applicabili, e di aver sempre comunicato in modo trasparente con il mercato e le autorità di regolamentazione e che i suoi dirigenti attuali ed ex sono al di fuori dell’ambito di tali accuse o hanno agito nel pieno rispetto della legge. Pertanto, i loro avvocati hanno già espresso la loro piena disponibilità a fornire i necessari chiarimenti prima che l’Ufficio del Procuratore prenda una decisione e sono fiduciosi che la decisione sarà quella di chiudere il procedimento senza accuse.
Dal 2016, Vivendi ha costantemente difeso i suoi interessi, sostenuta da molte decisioni giudiziarie positive in varie giurisdizioni e ha cercato di trovare una soluzione accettabile nella sua controversia commerciale con Mediaset.
L’8 aprile 2016 Vivendi ha stretto una partnership strategica e di settore con Mediaset. La presunta acquisizione di Mediaset Premium, purtroppo, ha innescato una causa commerciale, e gli sforzi di Vivendi per trovare una soluzione amichevole alla controversia sono stati finalmente vanificati dalla sfortunata offerta di Mediaset per il 3,5% del capitale di Vivendi nell’ottobre 2016.
Poiché all’epoca si riteneva che l’interesse strategico di questa partnership fosse superiore alla posta in gioco, Vivendi ha iniziato ad acquisire azioni Mediaset nel novembre 2016 e aveva varcato la soglia del 3% del capitale di Mediaset a inizio dicembre, ea fine dicembre 2016 aveva acquisito il 28,80% Della capitale. Tutte le acquisizioni sono state riportate in modo tempestivo e trasparente.
Nell’aprile 2017 l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) ha deciso, sulla base di una denuncia di Mediaset, di presentare per la prima volta una disposizione della Legge Gasparri in materia di tutela del pluralismo dei media, sostenendo che le quote di minoranza di Vivendi sia in Telecom Italia che in Mediaset violavano tale legge. Di conseguenza, Vivendi è stata costretta a confidare i due terzi delle azioni di Mediaset. La Corte di giustizia europea si è pronunciata nel settembre 2020 a favore di Vivendi e ha concluso che la legge Gasparri non è conforme alla libertà di costituzione ai sensi del diritto dell’Unione europea.
Con la sentenza del tribunale amministrativo di Roma sulla decisione di AGcom ormai imminente, le autorità italiane hanno cercato di aggirare la sentenza della Corte di giustizia europea emanando un provvedimento di emergenza che dovrebbe introdurre retroattivamente le nuove restrizioni ai diritti degli azionisti di Vivendi. Ecco perché, dopo aver chiesto invano alle autorità italiane di evitare una nuova palese violazione del diritto dell’UE, a Vivendi non è rimasta altra scelta che presentare un reclamo alla Commissione europea.
Nel frattempo, Mediaset si è basata sulla decisione dell’AGCOM di impedire a Vivendi di votare tutte le sue azioni in numerose assemblee, in particolare per creare MediaForEurope, società olandese nata dalla fusione tra Mediaset Italia e Mediaset Spagna e il suo statuto comprendeva, tra l’altro, molte Disposizioni anti-Vivendi e uno stravagante sistema di voto multiplo. Così Vivendi è stata costretta a contestare la fusione ei tribunali spagnolo e olandese hanno accolto le sue obiezioni.
Vivendi continuerà ad adottare tutte le misure necessarie, comprese le denunce penali, per proteggere i propri interessi legittimi e quelli dei dirigenti attuali ed precedenti.
A proposito di Vivendi
Dal 2014 Vivendi si è concentrata sulla costruzione di un gruppo globale di contenuti, media e comunicazione con radici europee. Nella creazione di contenuti, Vivendi ha risorse forti e integrali in Universal Music Group (Universal Music Group), film e serie (Canal + Group), editoria (Editis) e giochi (Gameloft) che sono oggi la forma più popolare di contenuti di intrattenimento nel mondo. Nel mercato della distribuzione, Vivendi ha acquisito la piattaforma Dailymotion e l’ha riposizionata per creare una nuova visualizzazione digitale dei propri contenuti. Il gruppo ha anche collaborato con vari operatori e piattaforme di telecomunicazioni per massimizzare la portata delle sue reti di distribuzione. In Communications, di Havas. Il gruppo ha un’esperienza creativa unica nella promozione di contenuti gratuiti e nella produzione di brevi formati, sempre più offerti su dispositivi mobili. Inoltre, attraverso Vivendi Village, il gruppo esplora nuove forme di business nell’intrattenimento dal vivo, franchising e prenotazioni di biglietti che completano le sue attività principali. Le varie società Vivendi lavorano insieme a stretto contatto come un gruppo industriale integrato per creare maggior valore. www.vivendi.com
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