Vivendi nega ogni illecito in quanto l’amministratore delegato Arnaud de Boivontaine e Vincent Bollore sono accusati in Italia di manipolazione del mercato.
Vivendi ha rilasciato una dichiarazione in cui nega ufficialmente qualsiasi illecito dopo la notizia di sabato (12 dicembre) secondo cui l’amministratore delegato Arnaud de Boivontaine e l’ex presidente Vincent Bollor erano stati incriminati dai pubblici ministeri italiani.
Il Ho accennato al lavoro Dalle autorità italiane in un caso per presunta manipolazione del mercato in relazione alla decisione della società di recedere da un accordo con la società di media italiana Mediaset nel 2016.
La società madre di Universal Music Group ha accettato di acquistare una partecipazione dell’89% nella Pay TV Business Mediaset Premium di Mediaset nell’aprile 2016, tuttavia Mi sono ritirato dall’accordo Nel luglio di quell’anno citava, tra le altre cose, un piano aziendale “eccessivamente ottimista”.
MediaSet, di proprietà dell’ex presidente del Consiglio Silvio Bolosconi, ha visto scendere il prezzo delle sue azioni dopo la diffusione della notizia del ritiro nell’aprile 2016.
Entro la fine di dicembre 2016, Vivendi aveva aumentato la sua partecipazione in MediaSet dal 3% al 28,8%, ma in un comunicato stampa diffuso nel fine settimana, “Tutte le acquisizioni sono state segnalate in modo tempestivo e trasparente”.
Mediaset Ha intentato una causa contro Vivendi Richiesta di risarcimento danni per 1,5 miliardi di euro e presunta inadempimento contrattuale.
varietà Rapporti Che all’inizio del 2017, le autorità italiane hanno avviato un’indagine su De Puyfontaine e Bollore in merito all’affermazione di Mediaset secondo cui il fallimento dell’accordo e le sue conseguenze erano stati pianificati in anticipo.
La dichiarazione di Vivendi ha affermato che “i dirigenti attuali ed ex sono al di fuori dell’ambito di queste accuse o hanno agito nel pieno rispetto della legge”.
Come notato prima varietàL’accusa non è “colpevole” secondo le leggi italiane, né indica che De Puyfontaine e Bollore saranno tenuti a portarli in tribunale anche loro.
Puoi leggere la dichiarazione completa di Vivendi di seguito:
Sulla scia delle indiscrezioni circolate stamattina sulla stampa italiana circa la conclusione delle indagini della Procura di Milano sul caso “Vivendi-Mediaset” (sollecitato da una denuncia presentata dalla holding Fininvest al Sig. Silvio Berlusconi), Vivendi (Parigi: VIV) è rimasta scioccata dal fatto che il documento riservato Destinato a proteggere le persone sotto inchiesta, è stato reso pubblico non appena i loro avvocati sono stati informati e il suo contenuto è stato travisato.
La tempistica di questa fuga di notizie influisce in modo inappropriato sul corso delle controversie giudiziarie in corso tra privati e offusca l’immagine dei soggetti coinvolti, ai quali Vivendi continuerà a prestare il suo pieno sostegno.
I ricorrenti ipotizzano che nella seconda metà del 2016 Vivendi abbia informato il mercato con informazioni inesatte e non abbia divulgato alcune informazioni all’autorità italiana di regolamentazione dei valori mobiliari.
Riguardo a queste accuse, Vivendi afferma di aver acquisito la propria partecipazione in Mediaset in conformità a tutte le leggi applicabili, e di aver sempre comunicato in modo trasparente con il mercato e le autorità di regolamentazione e che i suoi dirigenti attuali ed ex sono al di fuori dell’ambito di tali accuse o hanno agito nel pieno rispetto della legge. Pertanto, i loro avvocati hanno già espresso la loro piena disponibilità a fornire i chiarimenti necessari prima che l’Ufficio del Procuratore prenda una decisione e sono fiduciosi che la decisione sarà quella di chiudere il procedimento senza accuse.
Dal 2016, Vivendi ha costantemente difeso i suoi interessi, sostenuta da molte decisioni giudiziarie positive in varie giurisdizioni e ha cercato di trovare una soluzione accettabile nella sua controversia commerciale con Mediaset.
L’8 aprile 2016 Vivendi ha stretto una partnership strategica e di settore con Mediaset. La presunta acquisizione di Mediaset Premium, purtroppo, ha innescato una causa commerciale, e gli sforzi di Vivendi per trovare una soluzione amichevole alla controversia sono stati finalmente vanificati dalla sfortunata offerta di Mediaset per il 3,5% del capitale di Vivendi nell’ottobre 2016.
Poiché all’epoca si riteneva che l’interesse strategico di questa partnership fosse superiore alla posta in gioco, Vivendi ha iniziato ad acquisire azioni Mediaset nel novembre 2016 e aveva varcato la soglia del 3% del capitale di Mediaset a inizio dicembre, ea fine dicembre 2016 ne aveva acquisito il 28,80%. Della capitale. Tutte le acquisizioni sono state riportate in modo tempestivo e trasparente.
Nell’aprile 2017 l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) ha deciso, sulla base di una denuncia di Mediaset, di presentare per la prima volta una disposizione della Legge Gasparri in materia di tutela del pluralismo dei media, sostenendo che le quote di minoranza di Vivendi sia in Telecom Italia che in Mediaset violavano tale legge. Di conseguenza, Vivendi è stata costretta a confidare i due terzi delle azioni Mediaset. La Corte di giustizia europea si è pronunciata nel settembre 2020 a favore di Vivendi e ha concluso che la legge Gasparri non è conforme alla libertà di costituzione ai sensi del diritto dell’Unione europea.
Con la sentenza del tribunale amministrativo di Roma sulla decisione di AGcom ormai imminente, le autorità italiane hanno cercato di aggirare la sentenza della Corte di giustizia europea emanando un provvedimento di emergenza che dovrebbe introdurre retroattivamente le nuove restrizioni ai diritti degli azionisti di Vivendi. Ecco perché, dopo aver chiesto invano alle autorità italiane di evitare una nuova palese violazione del diritto dell’UE, Vivendi non ha avuto altra scelta che presentare un reclamo alla Commissione europea.
Nel frattempo, Mediaset si è basata sulla decisione di AGCOM di impedire a Vivendi di votare tutte le sue azioni in numerose assemblee, in particolare per creare MediaForEurope, società olandese nata dalla fusione tra Mediaset Italia e Mediaset Spagna e il suo statuto conteneva, tra l’altro, molti Dalle disposizioni anti-Vivendi e dallo stravagante sistema di voto multiplo. Così Vivendi è stata costretta a contestare la fusione ei tribunali spagnolo e olandese hanno accolto le sue obiezioni.
Vivendi continuerà a prendere tutte le misure necessarie, comprese le denunce penali, per proteggere i suoi interessi legittimi e quelli dei dirigenti attuali e precedenti.
Altrove, Vivendi ha annunciato oggi di aver avviato negoziati esclusivi con Gruner + Jahr / Bertelsmann per acquisire il 100% di Prisma Media, una società di stampa digitale ed editoriale con sede in Francia di 20 marchi di riviste, da Moglie attuale per me Geo, finché CapitaleE il Gla E Tele-Divertimento.
La notizia dell’accordo di Prisma Media arriva dopo l’acquisizione lo scorso anno di Editis, il secondo gruppo editoriale di libri in lingua francese dopo Hachette.
Altrove, Vivendi ha confermato a ottobre che intende lanciare UMG al pubblico nel 2022.
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