SDI Online, Ho sbagliato, non dormo da 3 giorni e ricevo minacce. Giallo sul murales can.
Andrea Leombruni rompe il silenzio e racconta la sua versione dei fatti a tre giorni dalla morte dell’orsa Amarena. Leombruni si dichiara distrutto dalla situazione, non dorme e non mangia da tre giorni, riceve minacce di morte e la sua famiglia è sotto attacco. A San Benedetto c’è un gran traffico di curiosi, molti cittadini si sono uniti alle forze dell’ordine per controllare le auto. Leombruni ammette di aver commesso un errore e di essersene reso conto subito dopo aver sparato. Viene cancellato un murales che ritraeva un cacciatore che sparava con la scritta “giustizia”. Alcuni uomini circondano la casa di Leombruni per proteggerlo, ma vengono fermati e identificati dai carabinieri. Animalisti avevano richiesto un sit-in, ma viene cancellato per via della presenza dei cuccioli di orso ancora in giro per la città. La gente del posto difende Leombruni e chiede fine alla persecuzione e all’istigazione all’odio. I due cuccioli di orso sono ancora soli senza cibo e acqua da oltre 48 ore. Nel frattempo, braccianti iniziano a raccogliere le patate nella piana del Fucino.
Andrea Leombruni, il cacciatore che ha ucciso l’orso Amarena, ha rotto il silenzio e ha rilasciato una dichiarazione a tre giorni dalla tragica morte dell’animale. Leombruni, visibilmente scosso, ha ammesso di essere devastato dalla situazione, tanto che non riesce né a dormire né a mangiare da giorni. Inoltre, ha rivelato di ricevere minacce di morte e di subire attacchi contro la sua famiglia.
La città di San Benedetto, dove è avvenuto il drammatico episodio, è ormai invasa da numerosi curiosi che si sono uniti alle forze dell’ordine per controllare le auto che passano. La tensione è palpabile nella comunità, che vive una profonda divisione tra coloro che difendono Leombruni e coloro che lo accusano.
Il cacciatore ha ammesso di aver commesso un errore nell’uccidere l’orso e di essersene reso conto immediatamente dopo aver sparato. Nel frattempo, è stato rimosso un murales che ritraeva un cacciatore con la scritta “giustizia”, simbolo di protesta per l’accaduto.
Per garantire la sicurezza di Leombruni, alcuni uomini hanno circondato la sua casa, ma sono stati fermati e identificati dai carabinieri. Nel frattempo, gli animalisti avevano organizzato un sit-in per protestare contro la morte dell’orso, ma l’evento è stato cancellato a causa della presenza dei cuccioli di orso ancora liberi per la città.
Nonostante le accuse e la tensione, molti abitanti del luogo difendono Leombruni e chiedono una fine alle persecuzioni e all’incitamento all’odio. Nel frattempo, i due cuccioli di orso rimasti orfani da oltre 48 ore sono ancora soli e senza cibo né acqua.
Nelle vicinanze della città, intanto, i braccianti hanno iniziato la raccolta delle patate nella piana del Fucino, proseguendo nella loro attività quotidiana nonostante la controversia che ha coinvolto la comunità.