Recensione: Il pataffio – Cineuropa
– Il film di Francesco Lage Una storia fatiscente: a tratti grottesca e divertente, spesso caratterizzata da un ritmo irregolare, e risente di un’eredità cinematografica prepotente
Vincenzo Nemolato, Giovanni Lodino, Giorgio Terrapasi, Lino Musella e Valerio Masandrea V. El Batavio
L’Italia è rappresentata da un film di genere in Festival del cinema di LocarnoIl concorso principale di quest’anno: El Batavio [+see also:
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film profile]Chi ha scritto e diretto Francesco Lage Tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Malerba, pubblicato nel 1978. Il lungometraggio segue le avventure di una squadra guidata da Marconti Berluccio (Lino Musellae la sua nuova moglie, Bernarda,Viviana Kanjiano). I due si preparano a prendere in consegna il feudo – il piccolo villaggio di Tribale colpito dalla carestia – donato loro dal padre di Bernarda, il re.
L’entourage di Berluccio nasconde alcuni strani personaggi, come il vescovo (Alessandro Gasman), custode e consulente (Giorgio Terabasi) e due strane guardie di nome rispettivamente Olfredo e Manfredo Vincenzo Nemolato E il Giovanni Ludino. Tuttavia, una volta posseduto il feudo e il castello, Berlocchio iniziò a imporre tasse impossibili ai suoi sudditi e confiscare tutto il loro bestiame, a cui fu concesso provvisoriamente il permesso di pascolare sulla sua terra. Una notte, il bestiame e alcuni cavalli appartenenti a un manipolo di soldati sono misteriosamente scomparsi. Portavoce del popoloValerio Masandria) ha immediatamente commesso il reato.
compreso, El Batavio Vanta alcune interpretazioni decenti (il talento di Musila è evidente e il personaggio malevolo interpretato da Terapasi è altrettanto impressionante), oltre a diversi momenti intelligenti che faranno sorridere gli spettatori, soprattutto quando Lage si avventura nella terra dell’umorismo nero e dei cosiddetti morti -commedia finale. Ma anche qui non mancano le note false, con gas e umorismo da toilette più tradizionale aggiunti per l’avvio.
in tutto, El Batavio Gli mancano i soldi e i lampi di genio necessari per trasformarlo in un lavoro. Il ritmo è alto e basso e risente di diversi momenti di lentezza, che si sarebbero potuti evitare con migliori soluzioni narrative: pensiamo all’oscillazione costante tra Tribale e il vicino feudo di Castellazzo, o alla sequenza di sepoltura, che possiamo fare. Non do maggiori dettagli senza rischiare un avviso spoiler. Anche il finale prevedibile e impulsivo del film potrebbe alla fine lasciare gli spettatori a corto di cambiamenti.
Il film non è nemmeno tecnicamente eccezionale, fatta eccezione per l’ottima colonna sonora di Stefano Polani, che è accattivante e si adatta perfettamente al tono del film.
C’è da dire che l’eredità del film che pesa molto sull’opera di Lage è senza dubbio stressante. Anche se si racconta una storia diversa Lamata Branclionl’ambientazione, lo stile di alcune gag, il pastiche dell’italiano, il dialetto e il “latino” parlato dai personaggi, l’autenticità delle interpretazioni e vari altri elementi ricordano esplicitamente Mario Monicelli e fanno eco alle sue opere con molti gradi di intensità.
In quanto tale, i confronti sono inevitabili e il film ne esce più piccolo, simile a un gioco di recitazione, che se suddiviso in episodi più piccoli andati in onda su un canale televisivo o online e presentato come una potenziale commedia pseudo-storica in stile monicelliano, tu potrebbe trovarsi in una posizione più favorevole, a differenza di un lungometraggio al cinema che dura quasi due ore.
Tuttavia, il tentativo di Lage di rispolverare una forma di film agrodolce del passato, di farla propria e di rompere con i canoni prevalenti della commedia contemporanea ottimista e tranquilla è comunque un successo notevole e, in una certa misura, successo. Tuttavia, il potenziale della sua squadra capace è in gran parte inesplorato.
El Batavio prodotto da film vivo E il Cinema Ray In coproduzione con Umedia E il Film sul Colorado. pianta di zolfo Si occupano di vendite internazionali.
(tradotto dall’italiano)
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