Monte Aso – il più grande vulcano attivo del Giappone
Il Monte Aso, il vulcano attivo più grande del Giappone, è mostrato in questa immagine scattata dalla missione Copernicus Sentinel-2.
Il monte Aso, situato nella prefettura di Kumamoto nel punto più meridionale dell’isola principale di Kyushu, raggiunge i 1.592 metri (5.223 piedi). Aso Caldera è una delle caldere più grandi del mondo, che si estende per circa 120 chilometri (75 miglia) nell’oceano, 25 chilometri (16 miglia) da nord a sud e 18 chilometri (11 miglia) da est a ovest.
La caldera si è formata durante quattro grandi eruzioni vulcaniche avvenute tra 90.000 e 270.000 anni fa. Ciò ha provocato enormi flussi di lava e cenere che hanno coperto gran parte del Kyushu e hanno persino raggiunto la vicina Prefettura di Yamaguchi.
La caldera è circondata da cinque picchi conosciuti collettivamente come Aso Gogaku: Nekodak, Takadake, Nakadake, Ibushidake e Kishimadaki. Nakadaki è l’unico vulcano attivo al centro del Monte Aso ed è l’attrazione principale della zona. Il vulcano attraversa cicli di attività. Nella sua forma più calma, il cratere è riempito da un lago di limetta verde che evapora dolcemente, ma con l’aumentare dell’attività, il lago ribolle e scompare. Il vulcano ha eruttato sporadicamente per decenni, l’ultima nel 2021, il che ha portato a un calo dei visitatori negli ultimi anni.
Non lontano dal cratere si trova Kusasenri: una vasta prateria all’interno del massiccio cratere Ibushidake. Attivo poco più di 20.000 anni fa, il cratere è stato riempito di pomice vulcanica di altre eruzioni e il magma sta ancora fermentando pochi chilometri più sotto. L’acqua piovana si accumula spesso in pianura, formando laghi temporanei. I pascoli sono utilizzati per l’allevamento, l’allevamento di latte e l’equitazione.
Una delle città abitate più vicine è Aso, mostrata nell’immagine a circa 8 chilometri (5 miglia) a nord del vulcano. Ha una popolazione di circa 26.000 abitanti.
Ci sono 110 vulcani attivi in Giappone, di cui 47 sono attentamente monitorati perché sono eruttati di recente o mostrano segni preoccupanti tra cui attività sismica, deformazione del suolo o grandi quantità di fumo.
I dati satellitari possono essere utilizzati per rilevare sottili segni di cambiamento che potrebbero prevedere un’eruzione vulcanica. Una volta iniziata un’eruzione vulcanica, gli strumenti ottici e radar possono rilevare vari fenomeni ad essa associati, inclusi colate laviche, smottamenti, fessure e terremoti. I sensori atmosferici sui satelliti possono anche identificare i gas e gli aerosol emessi dall’esplosione, oltre a determinarne l’impatto ambientale più ampio.
Questa immagine appare anche nel video Earth From Space incorporato sopra.