Milano chiude i rubinetti delle fontane mentre la siccità cuoce l’Italia | Notizie, sport, lavoro
Sabato il sindaco di Milano ha firmato un’ordinanza per chiudere i rubinetti delle fontane pubbliche decorate e l’arcivescovo della città ha pregato per gli acquazzoni durante un tour delle chiese, mentre l’Italia settentrionale soffre la peggiore siccità degli ultimi decenni.
Il decreto della città è arrivato sulla scia della dichiarazione di venerdì dello stato di emergenza nella regione Lombardia circostante, che ha subito un’ondata di caldo insolitamente precoce e mesi senza forti piogge. I paesi limitrofi dell’Emilia-Romagna e del Piemonte hanno adottato misure simili in risposta alle crisi.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha affermato che la legge comporterà la chiusura delle fontane decorative ad eccezione di quelle contenenti piante e animali che necessitano di acqua fresca. Limita anche l’uso di irrigatori d’acqua ad eccezione degli alberi appena cresciuti.
Il sindaco ha anche decretato che i negozi della capitale italiana degli affari e della moda non possono regolare i termostati al di sotto dei 26°C (79°F) e devono tenere le porte chiuse per evitare di sovraccaricare la rete elettrica.
In un post su Facebook, Sala ha invitato i milanesi a fare la loro parte e ridurre il più possibile il consumo di acqua in casa, nei giardini privati e anche nella pulizia di terrazzi e piazze.
Separatamente, sabato l’arcivescovo Mario Delbini si è recato in pellegrinaggio per pregare per lei “dono della pioggia” Visita tre chiese al servizio delle comunità contadine alla periferia di Milano. Recitò il Rosario e usò l’acqua benedetta per benedire un campo davanti alla Basilica di San Martino Oleiro de Mediglia.
La lobby agricola italiana Coldiretti ha affermato questa settimana che la siccità in Italia ha prosciugato fiumi importanti per l’irrigazione, incluso il fiume Po, minacciando circa 3 miliardi di euro (3,1 miliardi di dollari) in agricoltura. L’Associazione Italiana Produttori Agricoli, Copagri, stima una perdita del 30%-40% del raccolto stagionale.
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