L’Italia restituisce a Türkiye un’antica stele, esportata illegalmente
ROMA – L’Italia ha restituito venerdì alle autorità turche una stele funeraria del II secolo recante l’iscrizione amorosa del marito della donna morta, dopo che un’indagine ha stabilito che era stata scavata illegalmente nel sud-est della Turchia.
La squadra artistica specializzata della polizia paramilitare italiana ha dichiarato di aver stabilito, dopo un’ampia indagine, che il pezzo era stato esportato illegalmente e alla fine era finito in una casa privata a Firenze, in Italia, dopo essere stato acquistato in Francia.
Per decenni l’Art Ensemble è stato in prima linea negli sforzi per garantire che le opere d’arte e le antichità vengano restituite al loro paese di origine se esportate senza permesso. I suoi sforzi hanno portato alla restituzione in Italia di centinaia di opere d’arte e manufatti da prestigiosi musei e collezionisti privati di tutto il mondo.
L’opera in pietra raffigura una nobildonna con velo e tunica. Posò la mano destra sul petto sinistro. Sotto il busto che riconfigura il defunto c’è un’iscrizione scritta in greco antico, “Saturnella, la moglie che ama suo marito, addio!”
La polizia ha detto che la stele è stata scavata illegalmente vicino all’antica città di Zeugma, vicino a Gaziantep, nell’attuale Turchia sud-orientale. I Carabinieri hanno detto che risale alla metà alla fine del II secolo.
Zeugoma, situata sul fiume Eufrate, era inizialmente un antico insediamento greco e successivamente divenne parte dell’Impero Romano. Fu fondata intorno al 300 aC dal generale Alessandro Magno.
Il testimone è stato consegnato all’ambasciatore turco in Italia per il rimpatrio in Türkiye. AP
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