Israele, proseguono gli attacchi contro Hamas nella Striscia di Gaza – SDI Online
La guerra in Medioriente ha raggiunto il giorno 60. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu afferma che attualmente non è possibile riportare a casa tutti gli ostaggi. Netanyahu avverte che non ci sarà presenza di forze internazionali a Gaza. L’offensiva di Israele nella Striscia di Gaza continua. L’esercito israeliano sostiene che almeno 15mila palestinesi sono morti dal 7 ottobre, di cui circa 5mila sono militanti di Hamas. Secondo le autorità di Gaza, invece, nel territorio sono morte più di 16mila persone. Le autorità palestinesi precisano che il 70% delle vittime sono donne e bambini. L’Onu descrive la situazione a Gaza come “apocalittica”. Il consigliere per la Sicurezza americano, Jake Sullivan, afferma che troppi civili innocenti sono stati uccisi a Gaza. Secondo il portavoce dell’esercito israeliano, il rapporto di due civili palestinesi morti per ogni militante di Hamas ucciso è “tremendamente positivo” date le sfide del combattimento urbano.
La guerra in corso in Medioriente ha raggiunto un tragico traguardo, con il conflitto che è entrato nel suo sessantesimo giorno. Nonostante i progressi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che attualmente non è possibile riportare a casa tutti gli ostaggi. Durante una recente conferenza stampa, Netanyahu ha anche avvertito che non ci sarà presenza di forze internazionali a Gaza, alimentando così ulteriori preoccupazioni sulla situazione nella Striscia di Gaza.
Infatti, l’offensiva israeliana nella regione continua senza sosta, con l’esercito che afferma che dal 7 ottobre ad oggi almeno 15mila palestinesi sono morti, di cui circa 5mila erano militanti di Hamas. Le autorità di Gaza, tuttavia, contraddicono questi numeri, sostenendo che il numero delle vittime supera i 16mila. Secondo le autorità palestinesi, il 70% delle vittime sono donne e bambini, un dato sconvolgente che evidenzia l’impatto devastante di questo conflitto sulle popolazioni civili.
La situazione critica a Gaza ha portato l’ONU a descrivere la situazione come “apocalittica”. La comunità internazionale si sta mobilitando per trovare una soluzione pacifica a questa crisi umanitaria, con il consigliere per la Sicurezza americano, Jake Sullivan, che ha sottolineato l’importanza di evitare ulteriori perdite di vite innocenti. Ha dichiarato che troppi civili innocenti sono stati uccisi a Gaza, sollevando così la necessità di un intervento urgente per porre fine a questa devastante guerra.
Tuttavia, il portavoce dell’esercito israeliano ha difeso le azioni svolte, affermando che il rapporto di due civili palestinesi morti per ogni militante di Hamas ucciso rappresenta un dato “tremendamente positivo” considerate le sfide del combattimento urbano. Questo commento ha suscitato indignazione e preoccupazione tra le organizzazioni per i diritti umani, che sostengono che la protezione dei civili dovrebbe essere la priorità assoluta.
In conclusione, la guerra in corso in Medioriente continua a provocare una marea di morti e sofferenze. Mentre le autorità israeliane e palestinesi continuano a fornire numeri divergenti sulle vittime, è indispensabile che la comunità internazionale si impegni a trovare una soluzione pacifica a questa crisi umanitaria.
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