Il voto per una bombola del gas: come funzionava la «macchina infernale» della corruzione elettorale in Puglia – SDI Online
L’ex assessora regionale ai trasporti in Puglia, Anita Maurodinoia, era già sotto sospetto prima dell’indagine di ieri. Il suo nome era stato menzionato in un’inchiesta relativa alla richiesta di commissariamento del comune di Bari. Maurodinoia è ora accusata di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale insieme al marito Alessandro Cataldo.
L’accusa sostiene che la coppia avrebbe acquistato voti di migliaia di elettori per soli 50 euro ciascuno. Cataldo è attualmente agli arresti domiciliari insieme al sindaco di Triggiano e ad altre quattro persone. Il movimento politico di Cataldo, Sud al Centro, è stato accusato di aver influenzato le elezioni regionali e comunali attraverso pratiche illegali.
Secondo l’accusa, Cataldo avrebbe controllato i voti destinati alla moglie e reclutato persone da corrompere attraverso corsi di formazione. L’inchiesta, iniziata nel 2021, è stata avviata grazie alle dichiarazioni di Armando Defrancesco, che ha rivelato dettagli sulle pratiche illegali.
Durante le indagini sono stati trovati migliaia di fotocopie di documenti di identità e tessere elettorali di cittadini di Triggiano gettate in un bidone dell’indifferenziata. Defrancesco ha spiegato come funzionava il sistema di corruzione e di pagamento dei voti attraverso 50 euro per ogni voto.
Le intercettazioni hanno rivelato ulteriori dettagli sulle formule di voto imposte agli elettori e sulle richieste di pagamento in cambio di voti. La situazione ha scosso la comunità locale e sollevato preoccupazioni sulla correttezza del processo elettorale. Le indagini sono ancora in corso e si prevedono ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.