Il G20 saluta la cultura come il principale motore della crescita economica sostenibile in un mondo post-pandemia
I partecipanti partecipano alla riunione ministeriale del G20 al Colosseo a Roma, Italia, il 29 luglio 2021. Venerdì i ministri del G20 hanno concluso due giorni di colloqui sul ruolo della cultura nel mondo, affermando: Investire in iniziative culturali può e deve essere un motore di una crescita economica sostenibile dei futuri negoziati del G-20. (Italia G20 / Bollettino via Xinhua)
(XINHUA) ROMA, 30 LUG. Venerdì i ministri del G20 hanno concluso due giorni di colloqui sul ruolo della cultura nel mondo, affermando che gli investimenti in iniziative culturali possono e devono essere un motore di crescita economica sostenibile. Partecipa ai futuri negoziati del G-20.
Gli Stati membri hanno concordato di rendere i negoziati sulla cultura una parte permanente del G20, a partire dalla presidenza indonesiana del prossimo anno. Gli Stati membri hanno inoltre convenuto di sviluppare entità nazionali per proteggere i siti culturali all’interno dei propri confini e di cooperare per proteggere i siti a rischio.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha aperto i colloqui giovedì sera in un evento speciale al Colosseo a Roma, dicendo ai rappresentanti del G20 di essere orgoglioso che l’Italia abbia potuto ospitare l’incontro culturale nell’ambito della sua presidenza del più grande gruppo di economie.
“Sappiamo che sostenere la cultura è una parte fondamentale del rilancio della nostra economia”, ha detto Draghi, riferendosi al rallentamento economico globale causato dalla pandemia di coronavirus. “Quando il mondo ci guarda, vede l’arte, la musica e la letteratura sopra ogni altra cosa.”
Questa è la linea seguita nelle discussioni tra gli Stati membri e le delegazioni di alto livello di 40 delegazioni culturali venerdì nello storico Palazzo Barberini di Roma.
Secondo un comunicato diffuso dal G20, i colloqui si sono concentrati su cinque aree principali: la necessità di tutelare e promuovere la creatività e la cultura come motore di crescita economica. Tutela dei siti storici e culturali dai rischi di disastri naturali, degrado ambientale e saccheggi; incoraggiare l’uso delle nuove tecnologie per fornire un maggiore accesso alla ricchezza culturale mondiale; Costruire una maggiore capacità di affrontare le sfide del settore culturale attraverso la formazione specializzata, in particolare per i giovani; e sviluppare modi per utilizzare il patrimonio culturale per aiutare a mitigare e adattarsi alle sfide del cambiamento climatico.
Dario Franceschini, ministro della Cultura italiano, ha affermato che promuovere le priorità culturali del G20 richiede lo stesso tipo di cooperazione globale di affrontare la pandemia di coronavirus e distribuire vaccini.
“Ci incontriamo in un momento critico”, ha detto Franceschini. “La pandemia ha reso la nostra interdipendenza più chiara che mai, illustrando la necessità per i paesi di lavorare insieme e dimostrando che i problemi globali richiedono risposte globali. Ma ci ha anche mostrato la portata del ruolo che la cultura gioca nelle nostre vite”.
Audrey Azoulay, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), si è detta onorata di “difendere il ruolo vitale della cultura nelle politiche di ripresa post-pandemia”.
I colloqui culturali del G20 si sono svolti in un momento importante per l’Italia, alla vigilia della chiusura della 44a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
La commissione, che questa settimana si è riunita a Fuzhou, in Cina, dal 16 luglio, ha riconosciuto i vasti portici medievali della città di Bologna, nell’Italia centrale, come sito del patrimonio mondiale.
È arrivato giorni dopo che l’UNESCO ha riconosciuto un complesso di otto gruppi storici di edifici nella città murata di Padova, nel nord Italia, come Patrimonio dell’Umanità, tra cui la città toscana di Montecatini Terme tra le 11 città in sette paesi europei riconosciute come una delle “Grandi Città”. Città termali in Europa”.
Ad oggi, l’Italia conta 58 siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, più di ogni altro Paese. Enditem
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