“Ho dato 500 euro a un cinese per darli a qualcuno”
La storia del neonato rumeno abbandonato dai genitori a Verona in mezzo alla strada, a mezzanotte di mercoledì 14 ottobre, poi un cittadino pakistano l’ha trovata, ha abbagliato tutta l’Italia, e le richieste di adozione della nostra giovane cittadina non si fermano, soprattutto da quando Barbara Dorso ha presentato il caso su larga scala nel suo famoso programma “Pomergio Sync”. Sul canale italiano Canale 5. Nel frattempo, i genitori del bambino – lui ha 30 anni e lei 34 – hanno detto agli inquirenti di aver pagato un cittadino cinese per affidare il bambino a qualcun altro.
Secondo il quotidiano Corriere del Veneto da lei segnalato TG VeronaLa famiglia romana ha mentito spudoratamente sia agli investigatori che al loro connazionale, ai quali inizialmente è stato detto che il bambino era stato portato dalla nonna in Romania. Quando la donna in cui vive la coppia a Verona ha visto la notizia del bambino abbandonato, e nello stesso tempo, accorgendosi che il bambino non era più in casa, lo ha subito chiamato e gli ha chiesto cosa gli fosse successo. Poi i genitori hanno detto alla donna di aver passato il bambino alla nonna, che lo aveva portato in Romania.
Il loro ospite non si è convinto facilmente di questa versione e ha chiesto ai genitori di contattare la nonna e mostrarle il bambino tramite WhatsApp. Quando hanno trovato ogni sorta di scuse per non farlo, la donna ha contattato i Carabinieri, e hanno subito scoperto che il bambino abbandonato per strada apparteneva alla coppia rumena. Secondo la donna che viveva nella famiglia rumena nella sua casa, “la madre del bambino era turbata e il padre ha incolpato il bambino per i suoi problemi economici”.
Le successive indagini degli agenti di polizia e gli interrogatori dei genitori hanno rivelato ulteriori bugie dei rumeni. Nello specifico, hanno affermato di aver pagato 500 euro a un cinese che ha dovuto affidare il bambino a qualcun altro e di non averlo rinunciato. Ma le indagini condotte dagli inquirenti al riguardo hanno portato alla scoperta che non c’è nessun cittadino cinese a cui la coppia romana ha affidato il figlio, ed è evidente che falsamente lo hanno lasciato e chi l’ha lasciato loro stessi.
“Non credo sia sopravvissuto fino all’alba.”
Era quasi la mezzanotte del 13-14 ottobre quando un pakistano stava camminando in bicicletta sul fiume Tevere. Giunto all’incrocio con Chiyoda Road, nel quartiere Golosin, l’uomo ha notato un bambino sul marciapiede avvolto in una coperta di lana e ha subito chiamato il 112.
“Ero sulla bici e ho sentito un urlo. Mi sono avvicinato e il bambino era lì avvolto in una coperta. Pioveva, faceva freddo”. L’uomo che ha salvato la vita del ragazzo ha detto: “Non so se sopravviverà fino all’alba”.
Il bambino rumeno è stato quindi ricoverato in ospedale e ricoverato nel reparto di terapia intensiva pediatrica, in condizioni gravissime, ma la sua salute è migliorata molto negli ultimi giorni. Intanto un’ondata di richieste di adozione da parte di cittadini italiani è arrivata all’Ufficio Assistenza Sociale del Comune di Verona, ma le autorità locali hanno altri progetti per il nostro giovane cittadino.
Ha detto: “La bella notizia sulla salute del bambino è importante, ma la cosa emozionante è che i veronesi dal cuore grande, a cui è piaciuto questo episodio, ci scrivono e ci invitano a dimostrare la loro disponibilità ad adottarlo”. Daniela Mallary, consulente servizi sociali presso il Comune di Verona.
La sorte del bambino rumeno, che sarà deciso dal personale medico dell’ospedale in cui è in cura, sarà chiamata “Zeno”, dal Tribunale per i minorenni, che rischia di assegnarlo per primo a una famiglia che lo cura da tempo. Questi bambini abbandonati.
“Siamo pronti ad accompagnare il bambino se il tribunale decide di farlo. Il bambino sarà affidato a una comunità di tipo familiare, che è una struttura da noi gestita (Ufficio dei servizi sociali del sindaco – No.) e specificamente dedicata alla cura dei bambini piccoli”, ha aggiunto Mylary.
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