Europol: La chiusura trasforma Internet in un “campo minato” per i bambini
Le scuole e il processo educativo non funzionano per vivere, le visite di parenti e amici sono quasi proibite, le passeggiate all’aperto e gli sport sono stati drasticamente ridotti ei caffè rimangono chiusi. Le condizioni speciali e senza precedenti imposte dal blocco nella maggior parte dei paesi possono essere uno scudo contro il mortale virus Corona, secondo scienziati e governi, ma rappresentano anche rischi significativi, soprattutto per le giovani generazioni.
Uno di questi rischi riguarda i minori e la loro stretta connessione con Internet, che è diventata molto più stretta nell’era della pandemia. Ma troppo spesso questa relazione si rivela non innocente, cosa che Europol si è affrettata a sottolineare nuovamente, tramite la sua manager, Catherine de Pole.
Secondo il quotidiano tedesco Funke Mediengruppe, nel corso del 2020 si è registrato un aumento significativo dei casi di “aggressione” sessuale di minori su Internet, che ha portato a un “pericolo permanente”, che è di “particolare grande preoccupazione”. Questo fenomeno “è chiaramente più intenso e diffuso oggi di quanto non fosse prima della pandemia”, come ha notato in modo notevole DePauli.
Gli autori sono intimiditi
Infatti, facendo riferimento alle informazioni raccolte costantemente dal suo servizio, ha rilevato che gli autori non esitano più a tentare un contatto diretto con le loro potenziali vittime, senza i noti “trucchi” e tutti i tipi di “intermediari”. Stanno approfittando del fatto che i bambini, ha sottolineato, “restano online più a lungo del solito, quando spesso non c’è nessuno a sorvegliarli”.
Gli sviluppi di cui sopra sono stati osservati dalla prima ondata di pandemia. In effetti, come ha sottolineato l’Europol all’inizio dell’estate, solo a marzo si sono verificati circa un milione di casi di “molestie” simili in tutta Europa, circa dieci volte di più rispetto al mese precedente.
I dati mostrano, infatti, che questo fenomeno è legato sia all’open internet che al cosiddetto “dark web”. Le autorità e le organizzazioni per la protezione dei minori – come l’attivissimo NCMEC statunitense, che lavora con gli europei – hanno scoperto che gli episodi di molestie sessuali e / o sfruttamento di minori possono essere trasmessi in diretta o anche “su richiesta”. Ma allo stesso tempo, ci sono molti casi in cui i bambini sono vittime a loro insaputa, con gli autori che raccolgono dati (e immagini) di loro interesse dai normali siti web e social media.
Interpol: “la punta dell’iceberg”
Secondo il CEO di INTERPOL Jürgen Stark, la cosa peggiore è che ciò che sta finalmente emergendo su Internet è solo la “punta dell’iceberg”. Ha sottolineato che “ogni volta che viene mostrata un’immagine, questi bambini diventano nuovamente vittime e il dolore reale di cui soffrono aumenta”.
Tuttavia, INTERPOL sottolinea un ulteriore aspetto preoccupante che è direttamente collegato alla pandemia e ai blocchi. È legato al fatto che le circostanze speciali prevalenti hanno reso difficile comunicare con le autorità competenti e segnalare incidenti simili. Molto semplicemente, questo significa che il loro numero può essere molte volte superiore a quello ufficialmente noto.