Banche italiane, prospettiva di oltre 60.000 posti di lavoro persi entro il 2023: possibili riduzioni future
Nel 2023, le banche di tutto il mondo hanno registrato profitti record grazie all’aumento dei tassi di interesse. Tuttavia, la situazione per gli organici bancari non è altrettanto positiva, con le 20 maggiori banche al mondo che hanno tagliato oltre 60.000 posti di lavoro in dodici mesi.
Uno dei più grandi tagli di posti di lavoro è stato causato dall’acquisizione forzata di UBS da parte di Credit Suisse, che ha portato all’eliminazione di 13.000 posti di lavoro a causa delle sovrapposizioni di ruoli. Anche negli Stati Uniti, le grandi banche d’affari di Wall Street hanno licenziato 30.000 persone a causa della mancanza di operazioni straordinarie.
La situazione potrebbe peggiorare nel 2024, dato che la crescita dei ricavi e dei profitti nel 2023 sarà difficile da eguagliare. Ci potrebbero essere ulteriori tagli di posti di lavoro nel settore bancario in tutto il mondo.
Tuttavia, in Italia le uscite nel settore bancario sono state gestite in modo non traumatico, principalmente tramite incentivi e forme di accompagnamento. Nonostante ciò, il settore bancario italiano ha perso oltre 58.000 posti di lavoro negli ultimi undici anni, nonostante gli incentivi per l’occupazione abbiano portato a 38.000 nuove assunzioni.
Gli accordi recenti tra i sindacati e UniCredit e Bper hanno dimostrato l’impatto negativo del ricambio generazionale sull’occupazione nel settore bancario italiano. Questi accordi prevedono il pensionamento anticipato per i dipendenti anziani e l’assunzione di nuovi dipendenti giovani, al fine di favorire il rinnovamento dell’organico bancario.
Nonostante i cambiamenti e i tagli di posti di lavoro, il settore bancario italiano rimane un importante pilastro dell’economia del paese. Si spera che con adeguati incentivi e politiche occupazionali, il settore possa riprendersi e continuare a svolgere un ruolo chiave nella crescita economica italiana.
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