Airbnb raggiunge un accordo fiscale in Italia: pagherà 576 milioni di euro e applicherà la “cedolare secca” sugli affitti a partire dal 2024 – SDI Online
Airbnb ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per il pagamento della “cedolare secca” del 21%. L’accordo prevede il pagamento di sanzioni e arretrati per un totale di 576 milioni di euro. Questa somma si riferisce all’imposta dovuta tra il 2017 e il 2021. È importante notare che Airbnb ha dichiarato di non cercare di recuperare questa somma dai suoi clienti.
Tuttavia, per gli anni 2022 e 2023, sarà necessario ancora raggiungere un accordo per l’imposta dovuta. Airbnb si impegna a pagare l’imposta di volta in volta a partire dal 2024, operando come “sostituto di imposta”. Questo significa che l’azienda si occuperà direttamente del pagamento dell’imposta, liberando così i proprietari da questa responsabilità.
È interessante notare che Airbnb ha deciso di conformarsi a una legge italiana del 2017 che impone alle piattaforme di pagare la cedolare secca per conto dei proprietari che affittano. Inizialmente, l’azienda aveva rifiutato di aderire, sostenendo la necessità di una verifica caso per caso delle attività di locazione. Ora, però, sembra che abbiano cambiato idea e abbiano preferito arrivare a un accordo con l’Agenzia delle Entrate.
L’accordo raggiunto rappresenta sicuramente una grande vittoria per l’Agenzia delle Entrate, che potrà contare su un importante introito di denaro proveniente da Airbnb. Allo stesso tempo, i proprietari di immobili che utilizzano Airbnb potrebbero sentirsi sollevati dal fatto che l’azienda si assuma la responsabilità del pagamento dell’imposta.
In conclusione, Airbnb ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per il pagamento della “cedolare secca” del 21%. L’accordo riguarda l’imposta dovuta tra il 2017 e il 2021 e prevede il pagamento di sanzioni e arretrati per un totale di 576 milioni di euro. Airbnb si impegna a pagare l’imposta a partire dal 2024 e a operare come “sostituto di imposta”. Questo rappresenta un cambiamento di posizione da parte della piattaforma, che ha deciso di conformarsi a una legge italiana del 2017.
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