Famiglie divise, spinte all’esodo: il Natale triste e incerto dei cristiani in Medio Oriente – SDI Online
Betlemme, luogo di nascita di Gesù, ha visto una drammatica diminuzione dei suoi abitanti cristiani nel corso degli anni. Nonostante sia considerata una delle città sante del cristianesimo, la popolazione cristiana sta subendo un costante esodo.
Il sindaco palestinese di Betlemme è cristiano, ma la maggioranza della popolazione è musulmana. Questa diversità religiosa ha creato una complessa situazione sociale e politica all’interno della città.
Questa situazione non è un fenomeno isolato. I cristiani in tutto il Medio Oriente stanno affrontando una realtà simile, spinti all’esodo a causa delle difficoltà di vivere in territori dominati da gruppi radicali come Hamas o Daesh.
In Iraq, ad esempio, la popolazione cristiana è scesa dal 4% all’1% a causa degli attacchi di Daesh e della mancanza di protezione da parte del governo. In Siria, invece, i cristiani sono soggetti a tasse ingiuste e soprusi da parte del regime al potere, il che ha portato all’esodo di molti di loro.
Anche il Libano, tradizionalmente considerato un rifugio per i cristiani d’Oriente, sta affrontando seri problemi economici e politici che mettono a rischio il futuro di tutte le comunità, comprese quelle cristiane.
La situazione è così grave che il patriarca di Betlemme ha deciso di vietare le luminarie e le feste di Natale come segno di lutto e protesta. Questa decisione ha suscitato molte discussioni all’interno della comunità cristiana.
È importante che i cristiani e le Chiese facciano scelte consapevoli e attive per preservare la loro identità e la loro presenza nella regione. Solo attraverso un impegno concreto e un supporto reciproco, potranno affrontare gli ostacoli che minacciano la loro presenza e la loro eredità nella terra in cui è nato il cristianesimo.
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