Buenos Aires, nuova notte di proteste contro il mega decreto del presidente Milei
Proteste in Argentina contro il mega decreto sulla deregulation e le privatizzazioni del presidente Milei
Buenos Aires, Argentina – Migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro il controverso mega decreto del presidente argentino, Milei, riguardante la deregulation e le privatizzazioni. Le manifestazioni, che si sono svolte davanti al Palazzo del Governo, sono state organizzate da diversi sindacati e associazioni di categoria che ritengono che questo decreto porterà ad una maggiore precarietà lavorativa e privazione dei diritti dei lavoratori.
Milei, noto economista liberista, promuove la libertà di impresa e il libero mercato come soluzione per rilanciare l’economia argentina afflitta da una crisi senza precedenti. Secondo lui, l’origine del deficit risiede nella mancanza di una politica economica basata sulla libertà, e la deregulation e le privatizzazioni sono il primo passo verso la risoluzione di questa crisi.
Il mega decreto, dichiarato come emergenza pubblica, mira a promuovere la deregolamentazione del commercio, dei servizi e dell’industria. Questo decreto propone l’abrogazione di oltre 300 leggi che, secondo il presidente Milei, ostacolano il funzionamento di una società libera. Tra queste leggi, vi sono quelle che assicurano prezzi calmierati e regimi privilegiati in settori industriali e commerciali.
Inoltre, il decreto apre le porte alla privatizzazione di aziende statali, tra cui Aerolineas Argentinas e risorse strategiche come l’acqua. Ciò ha suscitato un acceso dibattito sulla reale convenienza di queste privatizzazioni.
Il mega decreto prevede anche modifiche alle norme sui licenziamenti, sulle indennità e sul praticantato. Ciò ha sollevato preoccupazione tra i sindacati e gli organismi per la difesa dei diritti dei lavoratori che temono una riduzione dei diritti e una crescente precarietà lavorativa.
Nonostante i proclami del presidente Milei, il decreto è stato oggetto di contestazioni giuridiche da parte di costituzionalisti che considerano il decreto una violazione della divisione dei poteri e dei diritti costituzionali. Secondo questi esperti, una decisione di tale portata dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento.
Il presidente Milei, in risposta alle critiche e alle proteste, ha accusato i contestatori di soffrire della sindrome di Stoccolma e sostiene che la libertà economica sia necessaria per garantire la sopravvivenza della Repubblica.
Le proteste contro il mega decreto di deregulation e privatizzazioni promosso dal presidente Milei continuano ad animare le strade di Buenos Aires. La popolazione è divisa tra coloro che sostengono le politiche liberalizzatrici di Milei e quelli che temono le conseguenze di queste misure sulla società. Spetta ora al governo argentinio trovare un equilibrio tra libertà economica e tutela dei diritti dei lavoratori.
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