Bollette, Chigi rivendica tutele per i vulnerabili ma condanna 1.500 lavoratori dei call center
Quattro milioni e mezzo di famiglie vulnerabili continueranno a beneficiare di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati. Il governo Meloni ha approvato una norma per prorogare le tutele nei confronti delle fasce deboli, garantendo così una continuità di servizio per i cittadini più bisognosi.
In aggiunta, è stato introdotto un nuovo servizio di vulnerabilità con condizioni disciplinate dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Questo permetterà una migliore gestione delle forniture energetiche per le famiglie vulnerabili, assicurando loro un accesso continuo all’elettricità.
Tuttavia, l’assegnazione del servizio a tutele graduali, che avrebbe dovuto svolgersi il 10 gennaio, è stata rinviata. Questa decisione comporta purtroppo la perdita di lavoro per 1.500 lavoratori dei contact center, che si occupano dell’assistenza ai clienti per le aziende energetiche.
Critiche sono state sollevate nei confronti del governo, accusato di favorire le compagnie energetiche a discapito dei lavoratori a basso stipendio. In particolare, è stato cancellato l’articolo 36-ter, che garantiva la clausola sociale per il mantenimento del rapporto di lavoro degli impiegati del call center.
Le compagnie energetiche sembrano preferire assumere neo-assunti con stipendi ancora più bassi, mettendo così a rischio il futuro dei 1.500 lavoratori dei contact center. Il governo ha deciso di sostituire l’articolo 36-ter con l’articolo 14 del Dl Energia, che garantirà la continuazione dei servizi di contact center solo fino all’individuazione dei fornitori del servizio di vulnerabilità.
Questo provvedimento ha suscitato la preoccupazione della Slc, il sindacato dei lavoratori dei contact center, che ha proclamato uno sciopero a partire da lunedì. Inoltre, sta valutando la possibilità di impugnare il provvedimento del governo.
In conclusione, sebbene quattro milioni e mezzo di famiglie vulnerabili continueranno a beneficiare di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati, la decisione del governo Meloni ha portato alla perdita di lavoro per 1.500 lavoratori dei contact center. Questa scelta ha suscitato polemiche e preoccupazioni da parte dei sindacati, che stanno cercando di tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti in questa situazione.