Mutui, torna lora del variabile? Cosa cambia con i tassi ai massimi: il confronto con il fisso – SDI Online
Dopo il decimo aumento consecutivo dei tassi deciso dalla BCE, bisogna considerare se conviene ancora puntare sul tasso variabile per un mutuo. Attualmente, i tassi fissi costano in media tra 80 centesimi e un punto meno dei tassi variabili. Questo dimostra una tendenza al ribasso dei tassi fissi, rendendo questa opzione più vantaggiosa per i mutuatari.
Inoltre, il parametro di indicizzazione dei mutui variabili, l’Euribor, non segue più strettamente l’andamento del tasso BCE. Attualmente, l’Euribor a tre mesi è 55 centesimi più basso rispetto al 4,5% del tasso di riferimento di Francoforte, e l’Euribor a un mese è 70 centesimi più basso. Questo significa che i mutuatari potrebbero beneficiare di tassi variabili più bassi rispetto al tasso di riferimento della BCE.
Tuttavia, non si ritiene che livelli così alti del costo del denaro siano destinati a consolidarsi nel mercato dei capitali. Ciò significa che potrebbe esserci una futura riduzione dei tassi, favorendo coloro che hanno scelto un mutuo a tasso variabile.
Tuttavia, il mutuo variabile non è adatto a chi ha timore del futuro, poiché le rate potrebbero aumentare se il costo del denaro aumentasse. Pertanto, è importante valutare attentamente la propria situazione finanziaria e la propria capacità di far fronte a eventuali aumenti delle rate in caso di un aumento dei tassi.
In conclusione, scegliere tra un mutuo a tasso variabile e uno a tasso fisso dipende dalle proprie esigenze finanziarie e dal proprio grado di rischio. Mentre i tassi fissi sembrano essere più convenienti in questo momento, i tassi variabili possono offrire maggiori vantaggi nel lungo periodo se i tassi dovessero diminuire.
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