Ryder Heisjedal è tornato al Giro d’Italia come tifoso, insiste che è ‘sempre la scorsa settimana’
Ryder Hesjedal ha fatto la storia nel 2012 come il primo canadese a vincere un titolo Grand Tour, rivendicando il titolo Giro d’Italia‘S maglia rosa In gara con Garmin-Barracuda.
Ha concluso sesto nella tappa finale, una cronometro individuale di 28,2 km a Milano e 47 secondi davanti al leader della notte Joaquim Rodriguez (Katusha) vincendo il titolo assoluto con soli 16 secondi.
Ora, sette anni dopo la sua ultima stagione WorldTour, l’ultima gara di Trek-Segafredo nel 2016, Hesjedal è stato visto nella tappa 17 dell’anno, affrontando tutta la competizione che circonda un arrivo in volata. È stato vinto da Alberto Dinisi (Team DSM).
“Lo amo. Amo l’Italia. È sempre speciale essere qui. Sai, quando sei sul campo qui, è incomparabile solo guardarlo in TV. Lo so più di chiunque altro solo per essere qui, l’altro lato della recinzione, come ho detto, ‘Bellissimo'”, ha detto l’ex professionista della strada notizie di ciclismo E qualche giornalista in giro.
Ha detto di essere andato un paio di volte e di aver finito il suo Giro, perché “ho tempo per viaggiare. Me la sono presa comoda negli ultimi due anni”.
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E Hesjedal ha notato che il Giro è sempre stato imprevedibile, soprattutto nell’ultima settimana di gara. Nel 2012 Hesjedal ha messo a segno una prestazione straordinaria sulle Alpi due giorni prima della cronometro finale per creare la sua possibilità di successo. Ha superato i suoi rivali in classifica generale, Ivan Basso e Michele Scarponi, nella tappa 19 ed è arrivato secondo al vincitore di tappa Roman Kreuziger in cima all’Alpe di Pampeago. Questo lo ha messo in grado di ottenere la vittoria assoluta nella tappa 21.
“Questa gara riguarda sempre l’ultima settimana. Puoi avere un buon momento la scorsa settimana o un brutto momento per cambiare tutto. Lo so bene. Vedremo”, ha detto, evitando di scegliere un vincitore.
“Non voglio sentire nessuno. Penso che tutti stiano cercando di superare il meglio che possono e c’è ancora molta pedalata anche se oggi sono sul palco 17, sembra quasi finita ma non è nemmeno così presto. Loro sanno cosa li aspetta, no C’è un modo per salire sul podio alla fine di questa gara e non essere il pilota più forte e completo”.
Cosa aveva di speciale per lui questa visita al Giro? Ha subito risposto che era stato speciale vedere un collega canadese Derek G Israel-Premier Tech si è catapultato sulla scena mondiale, conquistando tutti e tre i podi fino ad oggi. Il ProTeam ha quattro canadesi nel proprio roster quest’anno, e Guy è l’unico rappresentante canadese in Italia.
Un uomo come Derek [Gee], arrivando dritto in testa al Giro alla sua prima crepa. È un bel. “Non so cos’altro si possa chiedere a un programma”, ha detto del 25enne, che ha ottenuto tre secondi posti nelle prime due settimane.
“Tutto il programma è stato fantastico, ero alla partenza del Giro quando era Sylvan Adams [team owner] Stava andando in giro cercando di capire come ottenere ciò che voleva. E ho visto che fin dall’inizio, quando ho iniziato in Israele, ero lì. E vedere la squadra ora e vedere cosa stanno facendo ed essere un’ottima introduzione al talento canadese. Tifo sempre per questi ragazzi”.
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