Sei paesi rugby | Giraldini riflette sull’eredità dei protettori italiani
L’ex capitano dell’Italia, che ha rappresentato 107 volte la Nazionale azzurra, è uno dei Otto leader da celebrare prima della resa dei conti del Guinness Sei Nazioni Tra Italia e Scozia a Roma questo fine settimana.
L’unico assente sarà Sergio Baresi, che gioca per l’FC Toulon, dove Giraldini e sei suoi coetanei maschi si sono uniti a Sarah Baratene, l’unico centurione italiano.
La prostituta, che ha chiamato a tempo la sua carriera internazionale nel 2021, ammette che ci saranno molti sentimenti nel far parte della famiglia del rugby italiano.
Ha detto: “Sono molto felice di essere coinvolto. Quando parliamo di rugby, questa è l’eredità che vuoi lasciare. Quando rappresenti il tuo paese, è un’enorme responsabilità”.
“Se hai giocato più di 100 partite è fantastico. Non mi piace festeggiare troppo ma sai che fai parte di una famiglia.
“Negli spogliatoi dell’Olimpico hanno tutti i giocatori che hanno giocato per la Nazionale e hanno nome e numero del giocatore. Vedi che sei una piccola parte di una grande famiglia”.
“Raggiungere 100 presenze con la tua nazione è incredibile e se vedi persone, i nomi sono riusciti a raggiungere quegli obiettivi, prima che arrivasse il giocatore. Queste sono tutte persone fantastiche e hanno lavorato così duramente per migliorare. Speriamo che sia un grande giorno.”
Gli otto giocatori presenti riceveranno un esclusivo cappellino per riconoscere l’eccezionale servizio reso al rugby italiano.
A Giraldini si uniranno i compagni di punta Martin Castrogiovanni e Andrea Lo Cicero, Luc Marco Portolami, i terzisti Alessandro Zani e Mauro Bergamasco, e i metà urlanti Alessandro Troncon e Baratin.
Spera che l’eredità degli attuali capitani li ispiri mentre cercano di tornare a vincere, ricordando la partita di Giraldini nel 2013, quando un gruppo di ex giocatori dell’Italia è stato premiato prima di battere la Francia.
Ricorda: “Ricordo ancora il giorno in cui furono regalate le partite agli ex azzurri, che cantarono l’inno nazionale sul campo davanti a noi prima della partita contro la Francia del 2013 che vinse noi.
“È stata una giornata emozionante per tutti noi. Questi sono i momenti che considero importanti quando ti rendi conto che fai parte di un sistema in continua evoluzione e dovresti sentirti fortunato per poter in quel momento dare il tuo contributo e continua con la palla che altri hanno portato prima di te.
“Credo davvero in quelle parole di lasciare andare la maglia in un posto migliore. Mi sono sempre chiesto come faccio ad andare avanti nella vita e nel rugby? Se faccio un passo avanti, è davvero un passo avanti? parte del modo in cui vivo la mia vita in questo momento”.
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